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JR ELLIS

LOS ANGELES - INTERE generazioni di europei sono passate per Ellis Island tra il 1890 e il 1954. Sognavano l'America o fuggivano da guerre e miserie. Dodici milioni di persone il cui spirito si aggira ancora fra le stanze della "dogana". O almeno così sostiene JR, celebre street artist e videoartista francese, autore del cortometraggio Ellis , protagonista Robert De Niro.

Ce ne parla in una sala di proiezione a Los Angeles. Ellis Island, isola del New York Harbor tra la Statua della Libertà e la punta sud di Manhattan, porto doganale, unico passaggio per il Nuovo Continente, era una "frontiera" durissima da oltrepassare, verso un futuro migliore.

Nel 2014 JR aveva chiesto di visitare l'ospedale dell'immigrazione di Ellis Island con l'idea di lavorare sui muri dell'edificio, abbandonato dal 1954, dove venivano curati gli emigranti malati. La sua richiesta fu accolta e per l'installazione fotografica "Unframed - Ellis Island" JR scelse venti foto d'archivio di pazienti e medici facendone dei murales. Fra i dei tanti che sbarcarono, anche i nonni di Robert De Niro, che ha partecipato con entusiasmo all'installazione, dalla quale è nata l'idea del cortometraggio Ellis . Scritto da Eric Roth ( Forrest Gump ), in bianco e nero fino al colore finale, segue De Niro, avvolto in un cappotto e con una vecchia valigia in mano, fra i corridoi e le sale dell'ala abbandonata mentre legge la lettera immaginaria di un immigrato.

"Non ero mai stato in quella parte di Ellis Island" dice De Niro, che ha insistito affinché non ci fosse riferimento alla provenienza dei migranti, per sottolineare l'universalità di quella storia. "Quest'isola è stata l'anticamera del sogno americano, nessuno ne ha mai dimenticato il significato. Aggirarmi per quei corridoi, toccare quei muri è stato commovente".

JR, come ha convinto De Niro?
"Avevamo visitato insieme l'ospedale, gli avevo parlato della mia idea per la mostra, gli chiesi se voleva tornare per essere fotografato. Mi rispondeva sempre "forse". Poi gli ho parlato del film dicendogli che aveva già accettato ma non se lo ricordava. È rimasto colpito dal copione. Quando abbiamo girato il corto, era sul set di Joy con David O'Russell, aveva un solo giorno libero e quel giorno c'era una tempesta di neve, dovevamo fare in fretta. Gli ho detto: quand'esci dal camerino non parlare con nessuno, vieni direttamente nel vecchio ospedale. Ma lui è stato così preso dal luogo, toccava le pareti, osservava tutto, gli dicevo "cammin, non abbiamo tempo". Non avevo mai diretto nessuno".

In che modo quelle stanze le hanno sollecitato l'idea di un film.
"Vedevo quei luoghi fatiscenti che rischiavano di crollare da un momento all'altro e sarebbero stati dimenticati per sempre. Così ho pensato al film, ma se non fosse intervenuto De Niro, con la sua voce, la sua presenza, non credo che l'avrei fatto".

Lei è nato a Parigi, francese di seconda generazione. Cosa significa per lei "immigrazione", oggi e rispetto al passato?
"Quasi tutti in America sono discendenti di immigrati. In Europa stiamo vivendo una crisi profonda. Cinque anni fa ho avviato un progetto in cui ho chiesto a immigrati di tutto il mondo di mandarmi le loro foto, sono quelle che si vedono alla fine del film incollate al pavimento. Un anno prima di girare Ellis sono andato a Lampedusa per vedere come arrivano e vengono accolti i migranti, è com'era a Ellis Island. Non potevo credere che c'è chi paga migliaia di dollari per imbarcarsi e probabilmente non arrivare mai. Ecco l'analogia con Ellis Island: le storie di persone che hanno lasciato tutto e non sanno cosa troveranno".

Crede che il film raggiunga l'obiettivo di esprimere questa sensazione?
"Spero che contribuisca a cambiare la percezione che si ha dei migranti. Sono temuti da tutti, anche Trump parla di un muro per separare il Messico.
A 22 anni sono stato in Palestina e Israele, ho fotografato un prete, un rabbino e un imam, ho incollato
le foto su un muro una accanto all'altra. La gente mi chiedeva il significato di quelle foto, volevano capire se fossi un amico o un nemico. Siamo tutti migranti, se continuiamo a parlarne non sarà difficile mutare la percezione che abbiamo gli uni degli altri".



ELLIS, a short film by JR, with Robert De Niro, written by Eric Roth.

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